lunedì 28 settembre 2009

Cinica senza cuore


Gironzolavo su faccialibro attendendo che il C.U.P. mi rispondesse ed incappo in un link di un video. I commenti sono entusiasitici, declamano la delicatezza, la purezza di cuore e l'altruismo dei bimbi. C'è chi ribadisce che bisogna conservare il bambino in noi perchè solo lui è capace di gesti così poetici. Decido di guardarlo. Una tenerissima bimba guarda fuori dalla finestra poi corre in bagno, prende la forbice e si taglia i capelli. Si vede la bimba davantia alla porta di casa dove ci sono mamma, papà e un fratello maggiore con la testa rasata coperta dal cappello. La mamma guarda stupita la bimba con la chioma rovinata e lei offre le sue ciocche al fratello. Su questa scena commovente si chiede il video ed appare il nome di una associazione di ricerca sul cancro.
Rileggo i commenti sotto e qualcosa stride.
E' una pubblicità, con un copione ed una sceneggiatura, qualche ADULTO l'ha pensata per far leva sull'emotività delle persone. Zero meraviglioso e spontaneo gesto di bambina. Non c'è differenza con la pubblicità di un cibo fritto qualsiasi dove i due fratelli se lo dividono.
Nella realtà i fratelli si tirano il cibo e la mamma urla. Nella realtà i bambini malati di cancro che se ne vanno in giro con la testa rasata attirano le prese in giro degli altri bambini, perchè nessuno sa essere più crudele di un ragazzino.
Stronza cinica e senza cuore, ecco me lo dico da sola così vi levo il divertimento.

mercoledì 23 settembre 2009

Aggiornamenti da ieri:
- mi hanno confermato un lavoro, un part-time il pomeriggio che non so ancora quanto mi pagheranno. Me lo hanno proposto il giorno che è mancata mamma. Non so bene perchè ma non riesco a gioirne.
- sto rivedendo drasticamente tutta la mia etica sul lavoro, sono stanca di rinunciare a cose ed essere corretta e non ricevere la stessa correttezza.
- hanno confermato le date per l'Oktober Test (un'esercitazine di Protezione Civile a cui il nostro Capo Campo in Abruzzo ci ha invitati) e non vedo l'ora di rivedere i ragazzi.
- una volta sarei probabilmente andata all'Oktober Fest, altro che esercitazione
- che trovi elettrizzante l'idea di dormire di nuovo in tenda, nel sacco a pelo in una scomoda brandina con altri personaggi forse sconosciuti quanto preoccupante è da 1 a 10 ?
-l'immagine non c'entra nulla con il contenuto del post
-l'immagine mi piace molto

-se notate in me comportamenti più strani del solito o altre cose fuori dall'ordinario (intendo sempre più del solito anche per i miei standard) per favore ditemelo.

martedì 22 settembre 2009

Work

Da tre ore inserisco curriculum, invio mail, mi registro a siti, rispondo a domande su cosa ho fatto, quanto, per quanto tempo e cosa mi piacerebbe fare, per quanto e dove (senza considerare tutti i siti a cui ero già registrata).
Una mole impressionante di dati, un numero considerevole di candidature inviate, il mio curriculum (ovviamente completo di tutti i miei dati anagrafici, recapiti e col cavolo che vi metto pure la foto) gira nel web ovunque ed è stato inviato a, credo, ogni agenzia interinale di Padova e provincia.
Questo ti fa sentire...esposta...e sapete quale sarà il risultato?
Il silenzio.
Perchè forse c'è troppa offerta o sono troppo o troppo poco qualificata, o troppo giovane o troppo vecchia o una cosa qualsiasi...magari perchè hanno già il mio c.v. nei loro database (in realtà inseriscono solo alcune parole chiave praticamente inutili e così l'esperienza e professionalità di una persona si riduce a "impiegata amministravita" e le conoscenze informatiche a "buon uso del pc" e tanti saluti). Non fanno nemmeno più selezione, non hanno idea di chi si celi dietro un foglio elettronico, non valutano la persona, le sue conoscenze o esperienze.
Uno mi ha colpito, al colloquio ci ha tenuto a farmi sapere che mi avrebbe informata qualsiasi fosse stato l'esito perchè non sarebbe stato da azienda seria non comunicare anche in caso di esito negativo. Era giugno, che dite, sono talmente interessante che ne stanno ancora parlando?

lunedì 21 settembre 2009

Arancione e dintorni

Ho bisogno di uno bravo, ma bravo veramente.
Fino a venerdì non volevo fare più servizio per un po', non me la sentivo, mi dispiaceva, ma mi sembrava più forte di me, di non riuscire ad affrontarlo. Alcune persone con cui ne ho parlato hanno cercato di essere comprensive, qualcuno ha semplicemente detto "non c'è motivo per cui tu non voglia o non possa farlo, per cui per me devi solo farlo e caso mai smonti prima...ma non voglio dire niente che tanto sbaglio"..beh suonava un po' così. Sabato davanti alla prospettiva di montare per un attimo mi sono tirata indietro, nascondendomi dietro scuse e, sempre lui, ha commentato "aaahhh anche qui? ricominciamo?". Ho sellato Brian e sono stata felice di averlo fatto, quindi domenica mattina mi sono messa la mia bella divisa ed ho affrontato le 12 ore che mi si stagliavano davanti. Nel tragitto mi sono cullata nell'idea di non essere di 118 il mattino e magari poter così affrontare la giornata con calma. Beh col cazzo.
Mancavano persone per cui il primo S.u.e.m. in partenza è stato mio e la giornata si è rivelata una di quelle in cui non ti fermi mai. Mentre stai entrando in Pronto Soccorso ti chiamano per dirti di muoverti che hai servizi pendenti e tu, al terzo di fila, pensi "ma porco cazzo, non saremo mica l'unico S.U.E.M.??" e no in effetti, sono tutti in quella condizione. La mattina passa in un lampo tra un dolore addominale, un malore ed un incidente, io salto dal S.u.e.m. 1 al 2 e di nuovo all'1.
Finchè salta fuori una culla da fare (si tratta del trasposto di neonati con gravi complicanze o prematuri da trasferire dagli ospedali di provincia ai centri specializzati di Padova o Treviso) ed io non ne avevo mai fatta una. We Wo We gioco delle tre carte mi trovo sostituita in S.u.e.m. ed imbarcata per al culla. L'equipe era composta da un'infermiera dall'aria simpatica ed efficiente ed una dottoressa dall'aria...come dire.."Salvo bambini per vivere". Si muovono con una barella con sopra un'incubatrice ed una serie di attrezzature che rendono quel trabicolo un'unità mobile di rianimazione per neonati. Noi siamo lì di contorno, siamo lì per attaccare spine se ce lo chiedono e per fornire una dotazione doppia di tutto quello che loro già si portano dietro.
Quando arriviamo per prelevare la piccola paziente e vedo al di là del vetro un minuscolo braccino agitarsi dentro la culla termica mi chiedo seriamente che cavolo ci faccio qui.
La bimba ha due giorni ed un pneumotorace, la dottoressa la stabilizza per il trasporto, l'infermiera infila cose minuscole nella bimba e ti rendi conto che questi fanno medicina in miniatura. Il fonendo, gli occhialini dell'ossigeno, gli accessi venosi..tutto minuscolo. Ma lei non è una miniatura, è un piccola creatura che vuole vivere, che si aggrappa con le unghie e con i denti, una creatura che ha fuori dalla porta due giovanissimi ed ansiosissimi genitori che cercano di avere un contegno dignitoso, che cercando di non far vedere quanto sono terrorizzati. Quando tutto è pronto ci mettiamo in moto con passo deciso, ma anche la nostra dottoressa di ferro deve attendere l'ascensore e vede i genitori e questa maschera di professionalità si scioglie in un sorriso mentre li invita a salutare la loro piccolina e riesce ad avere un'aria assolutamente rassicurante pur non dicendo niente. Talmente rassicurante che li convince a non attaccarsi al culo dell'ambulanza, ma di arrivare pure con calma, che non c'è mica fretta. Per un attimo le ho creduto pure io, almeno finchè le porte dell'ascensore non si sono aperte e loro sono schizzate fuori con il loro carico. Il viaggio di ritorno è stato silenzioso, veloce, accompagnato dal suono delle sirene e dalle imprecazioni a mezza voce della dottoressa.
A quel punto erano le quattro passate, il mio tempo di permanenza in sede era di circa 1,5 ore dall 7 del mattino, ero sfinita e con una magnifica sensazione di sudore asciugato addosso. Pensavo di aver già dato per la giornata ed invece è rientrato il S.U.E.M. 1 ed io ho ripreso il mio posto in equipaggio, che per altro è ripartito subito per l'ennesimo giallo della giornata. Così si è fatta sera tra un'indigestione (sì c'è chi prima mangia con imbuto e vanga e poi chiama il 118), un ubriaco e uno scompenso cardiaco con scenata napoletana inclusa.
Però......però ho riso e fatto battute per la maggior parte della giornata, però i servizi sono stati fatti bene ed io avevo ritrovato la mia concentrazione, sono contenta di aver fatto l'esperienza del culla e ieri sera, se pur sfinita, siamo usciti a cena divertendoci.

Certo tornare a casa e non raccontarle i servizi come ho sempre fatto da che faccio soccorso è stata dura, ma l'ho detto a voce altra, sono stata stretta in un abbraccio che valeva più di mille parole e abbiamo fatto passare anche quel momento.

venerdì 18 settembre 2009

Fango

Io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo

sotto un cielo di stelle e di satelliti
tra i colpevoli le vittime e i superstiti
un cane abbaia alla luna
un uomo guarda la sua mano
sembra quella di suo padre
quando da bambino
lo prendeva come niente e lo sollevava su
era bello il panorama visto dall'alto
si gettava sulle cose prima del pensiero
la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero
ora la città è un film straniero senza sottotitoli
le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli
il ghiaccio sulle cose
la tele dice che le strade son pericolose
ma l'unico pericolo che sento veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
il profumo dei fiori l'odore della città
il suono dei motorini il sapore della pizza
le lacrime di una mamma le idee di uno studente
gli incroci possibili in una piazza
di stare con le antenne alzate verso il cielo
io lo so che non sono solo

io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango

la città un film straniero senza sottotitoli
una pentola che cuoce pezzi di dialoghi
come stai quanto costa che ore sono
che succede che si dice chi ci crede
e allora ci si vede
ci si sente soli dalla parte del bersaglio
e diventi un appestato quando fai uno sbaglio
un cartello di sei metri dice tutto è intorno a te
ma ti guardi intorno e invece non c'è niente
un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che
hanno ancora il coraggio di innamorarsi
e una musica che pompa sangue nelle vene
e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi
smettere di lamentarsi
che l'unico pericolo che senti veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
di non riuscire più a sentire niente
il battito di un cuore dentro al petto
la passione che fa crescere un progetto
l'appetito la sete l'evoluzione in atto
l'energia che si scatena in un contatto

io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che nn sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango

e mi fondo con il cielo e con il fango

e mi fondo con il cielo e con il fango


p.s. Grazie a Serena, Denise, Giorgia, Barbra, Sarah, Chiara, Andrea, Matteo, i ragazzi del Club e...ovviamente a Claudio per essere sempre accanto a me, qualsiasi cosa succeda alle nostra vite.

mercoledì 16 settembre 2009

Ripartiamo da un punto qualsiasi trascinata da quella locomotiva di mio padre che non ha rispetto per niente e nessuno che non sia se stesso e per cui va avanti senza battere ciglio, senza esitazioni. Dobbiamo ancora tumularla che lui vuole liberare l'armadio perchè gli serve il posto.
"Sai, nonostante i suoi difetti, to mama a jera utile in casa" riferendosi al fatto che gli faceva compagnia, da mangiare e tutto il resto.

Papà...vaffanculo..di gran cuore.

giovedì 10 settembre 2009

SIGNORE te go trovà! Te go trovà, Signore, nel me bosco in montagna, nele prime viole sui colli, nel vento tepido de primavera che me caressava el viso come la man de na dona. Nei tramonti in Kenia, nela foresta amazzonica, nel mar dei Carabi. Ma te... go trovà anca nela erussion dei vulcani co un sfracelo de morti e la lava che distruzeva tuto: omeni e case… Nei terremoti che massacra dei poari cani, nela cesa in Irpinia incalcà de fedeli sderenà soto le macerie. E nei cancri, e nei urli bestiali dei malà terminali, e nele lagrime dele done sensa speransa. Ti, imbarassà, te pestugni coi piè come un puliero, e te te volti par no vedare. E te te meti la cera ne...le rece. Signore, infinita bontà, tra poco vegnarò a trovarte. E go idea che faremo a bote. Dino Durante (ultimo scritto di Dino) “EL STROLOGO” edizione del 2003

mercoledì 9 settembre 2009

09-09-09


Alla fin fine è così che avviene, un sussulto, lo sguardo che si sposta dal basso all'alto e i respiri che iniziano a mancare...la guardavo per capire se ne avesse fatto ancora uno..uno solo..ma quel che rimaneva del suo torace non si è più mosso e lei è volata via, serena, silenziosa come è sempre stata. E' toccato a me esserle vicino, come nei lunghi pomeriggi davanti alla televisione quando ero ragazzina o nei viaggi in terre lontane io e lei. E' è toccato a sua cognata confortala fino all'ultimo per sopperire la mia incapacità, la cognata con cui ha sempre parlato, legato e a cui mi affidava sin da bambina, così è sempre a lei che è toccato consolarmi come solo un'altra mamma sa fare. E' toccato a Claudio essere lì ad occuparsi di lei come non si è mai tirato indietro dal fare in questi mesi, è lui che lei cercava e voleva per essere spostata, è tra le sue mani che si sentiva al sicuro ed era lì per caso, quasi lo sapesse, per lei e, come sempre, per me.
E' toccato a mio fratello farle da muto guardiano riprendendosi un pochino di quello spazio solo loro e accompagnarla in quel freddo intramezzo.

Ho delle persone meravigliose accanto indipendentemente che ci dividano chilometri o meno, le ringrazio tutte per le parole e, soprattutto, per i silenzi.

Ho una famiglia meravigliosa e, lo ammetto, ogni tanto me lo scordo.
Ma perchè deve essere sempre tutto così dannatamente complicato?????????????

domenica 6 settembre 2009

La sensazione della felpa sulla pelle, il cappuccio tirato su sopra il cappello per proteggersi dall'aria ancora umica di pioggia, il leggero frusciare della giacca a vento che si mescola allo scricchiolio dei sassi sotto le suole, l'aria così umica, carica di odori del bosco. Aria da funghi. Sottobosco bagnato, cortecce umide, aghi gocciolanti.
Dopo tutto questo caldo e sole e sudore è una sensazione maginifica passeggiare così nel sentiero, con calma, senza fretta, con il cane che corre avanti ed indietro ubriaco di odori e poi il bosco finisce e ci lascia questa vista sulla valle e i polmoni ti si aprono ancora di più e rimani lì a guardare con la sensazione di non volertene più andare.

martedì 1 settembre 2009

Forse ho troppe aspettative su questi due giorni.........forse è il disperato bisogno di staccare e recuperare qualche pezzo di me e di noi..........è come si stesse sgretolando tutto tra le mie mani e non potessi fare nulla per evitarlo....ho paura che questa cosa si inghiotta anche me