mercoledì 14 luglio 2010

Moments

Apri il box ed il suo muso è lì che ti spinge per uscire, come a voler dire "è caldo, portami fuori", come a volerti salutare. Il balletto infinito della pulizia ha inizio, lui si muove, rampa, quelle maledette mosche non lo mollano nonostante il repellente, ma ti accorgi che si muove sempre dalla parte opposta alla tua, pensi sia casuale, poi ci stai attenta. No è voluto. Ha iniziato a considerarti parte del suo mondo, non ti viene addosso di proposito nonostante le mosche, noti anche che ti da il muso con fiducia nonostante non gli piaccia essere toccato lì, ma si fa mettere l'olio repellente intorno a gli occhi, si fida ancora.
In sella ascolti e ti rendi conto che la familiarità è aumentata, che ti senti sempre più insieme, percepisci quando è stanco, annoiato, infastidito, brontolone, sereno, rilassato e tu ti adatti a lui, ti fondi con lui calibrando le tue mosse sulle sue razioni.
-"abbiamo finito vai pure a farti due passi fuori"
Ci pensi e decidi che oggi no, oggi gli fai fare il cavallo, una bella doccia e paddock dove è libero di rotolarsi nella terra, domani ti toccherà strofinare di più per pulirlo, ma lui si sarà difeso dalle mosche a modo suo. Lui si gode la libertà, saluta i suoi amici, bruca, si mangia le carote con avidità mentre tu continui a sistemare tutte le sue cose, stanca, sudata, con i jeans appiciccati addosso, i piedi nel forno degli stivali, sono le otto passate ormai e aneli una doccia.
Ti trascini in paddock per riprenderlo, ti piacerebbe lasciarlo fuori ancora ora che fa più fresco, ma sono quasi le nove ed è davvero ora di chiudere. Scavalchi la recinzione, lui ti viene in contro, una carezza ed inizi ad attraversare il paddock verso il cancelletto e lo senti, ti volti e lui si concede una rallegrata da bocion, allora corri un po' e lui ti galoppa felice intorno, ti raggiunge al cancelletto, ti appoggia il muso addosso per farsi grattare, sembra quasi si porga per farti agganciare la longhina. In un attimo ti rendi conto e la stanchezza sparisce. Quel puledrotto che due mesi fa ti mordeva, faceva lo scontroso, ti si alzava davanti adesso gioca con te, adesso è contento di averti nel suo paddock, adesso fai parte del suo mondo.
Te ne torni in scuderia, i tuoi passi, i suoi passi e gli altri cavalli che mangiano nell'immobilità della sera.
Il tuo sogno di bambina, quel sogno che hai affidato a centinaia di stelle cadenti, sempre quello, anno dopo anno, stella dopo stella, quel sogno eccolo qui.

sabato 10 luglio 2010

Croce Verde Padova

Nella valutazione posto esercitazione interforze di ieri ci hanno detto che il nostro lavoro di squadra è stato ineccepibile, che eravamo coesi, collaborativi, comunicativi, come i "meccanici della Ferrari".
Che siamo un gruppo con forte senso di appartenenza.
Credo abbia fatto bene a tutti per ricordarci chi siamo e cosa possiamo fare, che Croce Verde (come qualsiasi ente) non ha solo problemi, che ci sono molti volontari capaci, che la scuola di formazione funziona come hanno dimostrato i 3 ragazzi al loro primo intervento di Emergenza per quanto simulato. L'addestramento ed il gruppo hanno fatto il loro lavoro amalgamando immediatamente persone che non avevano mai fatto equipaggio insieme.

Al di là degli errori commessi (ce ne sono sempre, come altrimenti?) e delle cose da migliorare, il gruppo ha funzionato ed ha funzionato anche in relazione a tutte le altre forze e noi siamo stati felici d'indossare quella divisa.

giovedì 1 luglio 2010

Reining

Primi timidi passi in questa disciplina, Gian dice che abbiamo 9 mesi per prepararci alle gare, io lo lascio dire pensando che 9 mesi sono tantissimi e chissà se ci arrivermo mai in gara, ma vederlo così..vivo, con gli occhi che gli brillano di entusiasmo e la voce febbrile di chi progetta, immagina, studia....chi ha il coraggi di dirgli niente?
Io intanto cerco di capire questa lingua nuova dove tutto quello che conosco è messo in discussione, si fa tutto quello che io non sono abitatuata a fare. Il cavallo, lui fa, tu prima glielo spieghi e poi lasci che lo faccia, molla le mani, molla le gambe, molla tutto, tu sei lì solo per sostenerlo, perdi il controllo solo per scoprire il controllo assoluto. Una forma che non conosco di binomio cavallo/cavaliere, un modo totale, armonico, profondo di essere insieme. Nel salto ti dai coraggio a vicenda, come due guerrieri che si tengono per mano per volare, dove i cuori che devono andare di là sono due. Il reining è stabilità e controllo, momento di spinta assoluta e momenti di immobilità, tutto in serenità, nessuna tensione, cavallo e cavaliere come unica entità, fusi insieme.

Rok si trasforma quando lavoriamo, si mette serio, concentrato, sparisce il puledrotto che c'è in lui e sta lì, con le orecchie rivolte a me, in attesa d'istruzioni....istruzioni che gli arrivano confuse da me che non so ancora bene che fare, poi Gian lo monta 3 minuti, un reiner che fa la sua magia ed il giorno dopo se rifai lo stesso esercizio che gli ha "spiegato" lui Rok lo esegue in modo perfetto, nonostante le mie inscurezze, nonostante me in sella e vedo il mio istruttore innamorato del mio cavallo, il mio cavallo che sembra interamente se stesso mentre lo fa ed io che m'innamoro di lui (del cavallo non dell'istruttore) ogni volta di più e penso che forse 9 mesi non sono poi così lunghi e che magari un giorno potrò dire che Rok e Gian mi hanno insegnato ad essere una reiner con tutto l'orgoglio che ho.