martedì 6 ottobre 2009

Avevo in mente un post sulla spiaggia d'inverno con immagini poetiche di nature morte portate a riva, pesci, conchiglie, granchi e spugne e sulle nature vive che la popolano. Anche l'immagine delle orme cancellate dalle onde mi piaceva molto ed ero tutta ispirata nella loro descrizione.
Succedeva domenica, la scorsa domenica.
Oggi è venerdì e la poesia della spiaggia è rimansta, beh da qualche parte nella frenesia di questa settimana. Nuove cose si sono aggiunte e molte si sono perse. Faccio la zia il mattino e mi piace, mi piace passare il tempo con la mia amica che finalmente è tornata se stessa e con la tegolina che mi strizza l'occhio dalle braccia di sua madre. Gran paraculo, ma visti i genitori non mi stupisce.
Ho notato una strana tendenza tra le mie amiche: quelle poche sposate non hanno figli, quelle che convivono sempre più spesso sfornano pargoli. Il matrimonio spesso segue i figli e non vice versa, è davvero un'altra epoca.
Ieri mi è arrivata una telefonata di un'amica in crisi con il fidanzato, profonda crisi, diciamo già alla rottura e mentre la lasciavo sfogare e cercavo di capire se si trattava di un momento o di una frattura definitiva mi sono resa conto che erano anni che non mi trovavo a consolare un'amica.
Nel decennio tra i 20 ed i 30 praticamente non ho fatto altro, per una che si fidanzava almeno un paio di mollavano, tra storie serie e passeggere era tutto un via vai di sentimenti. Ora che ci penso l'amica in questione ai 30 deve ancora arrivarci. Quindi siamo in media e siamo grandi, dobbiamo rassegnarci. O no?

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