L'aria immobile, rovente nei suoi 34 gradi, il peso della sella appoggiata al fianco, il bauletto nell'altra mano, cavalli al pascolo davanti a me, spazi aperti intervallati da recinti quasi invisibili, solo loro pacifici e sornioni, immobili nel caldo. Chiamo un nome ed un muso si alza distratto, mi da un'occhiata prima di rimettersi a brucare. Il caldo blocca tutto, anche il tempo, la scuderia sembra vuota poi sento il rumore dell'acqua ed una voce. Saluti, chiacchiere, un'altro muso bagnato che mi guarda perplessa mentre le porgo mezza mela. Lei bruca libera l'erba, come un grosso cane risponde al richiamo della padrona e la segue, lui mi aspetta in paddock, guardingo, attirato dalla mela, ma ben conscio che quella cosa nelle mie mani significa lavoro.
Sembra tutto esageratamente lento mentre gli faccio una doccia rinfrescante e mia nipote mi aggiorna sulle novità, acqua, parole, peli, sporcizia, sudore, caldo, capelli bagnati sotto la pompa.
Pochi giri di campo, qualche esercizio, un paio di saltini e le mie spalle si rilassano, dal mio petto si leva un po' di quel peso accumulato, respiro, finalmente respiro.
L'erba strappata con convinzione, il muso strusciato addosso un po' per grattarsi un po' per coccolarsi, sempre chiacchiere quasi leggere quasi serie e poi verso casa ancora con il peso della sella sul fianco ed il bauletto nell'altra, ancora in mezzo a paddock, musi tuffati nel fieno, sudore e polvere sulla pelle, sana stanchezza nelle membra e leggerezza nel petto....a volte mi dimentico che basta così poco.
domenica 2 agosto 2009
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