lunedì 14 novembre 2011

Uscire con un amico

I muri imposti dalla nostra paura vanno superati, a volte in modi inaspettati
Ed è vero, in campagnia si fa il cuore...ti serve il campo per la tecnica, ma solo fuori trovi il coraggio.

25 cavalli in partenza e se me lo avessero detto non ci sarei andata, ma ormai ero lì e non potevo tirarmi indietro. La mattinata mi aveva accolto con 2 C° alle 7.30 del mattino, cielo limpido e un sole che ha mantenuto le sue promesse. In campo Rok era tranquillo come sempre e questo mi ha rassicurato e alla partenza mi sono accodata. Non ero tesa, non ero spaventata, ero attenta, ma tranquilla. Ritrovata la fiducia nel mio cavallo, ma sopratutto tanta fiducia in me. Mi è servita tutta.
Alla prima strettoia vedendo gli altri che attraversavano la strada ha fatto un mix tra smontonata e non so cosa che mi ha gettato in avanti facendomi impigliare il giaccone nel pomo della sella, ho preso in considerazione il panico, ma non mi avrebbe aiutato, ho invece continuato a tenerlo con una mano ben salda e con l'altra mi sono liberata. Ho pensato che potevo uccidermi cadendo di testa sull'asfalto, ma me ne sono fregata e sono andata avanti. Superata la strada abbiamo attraversato i binari, si doveva passare tra un pozzetto aperto e una lama tagliente per poi attraversare i binari. Il pensiero che se li prendesse suoi piedi mi ha sfiorato, ma ho anche pensato "si sveglierà"...il mio cavallo è più intelligente di quanto pensassi. Sulle barriere a casa inciampa, sui binari i piedi li alza eccome.
Davanti a noi si sono snodati argini, rive, sali e scendi erbosi. Ci sono state lunghe galoppate ventre a terra, ci sono state le sgroppate, spersino in salita. C'è stato lo spirtz benuto nel prato davanti al municipio mentre i cavalli mangiavano l'erba. Il ritorno, ancora galoppi a rotta di collo, sudore, tanto sudore, stanchezza, dolore alla caviglia anchilosata dalla posizione. Qualcuno che mi grida "piano", qualcuno che mi dice "sgroppa è..ho visto passare dei posteriori altezza viso" ed io "eh si siamo noi". Lui era esuberante, ma mai contro e questo mi ha calmato, nonostante abbia tenuto il passo forse 5 minuti totali in 3 ore di uscita.
E poi la strada del rientro passando per il paese, con il suono dei ferri sull'asfalto, il sole caldo, sulla pelle e la via di casa dove gli ultimi 100 metri sono stati fatti a piede a terra e sella slacciata, per dargli solievo.
E' stata la prima passeggiata con così tante persone, la prima con un cavallo privato, ma sopratutto ero con lui e l'emozione di fare questa esperienza con il tuo cavallo, quello che conosci, quello con cui hai un rapporto è meravigliosa. Ritornare e prendersene cura, ritrovare i gesti di sempre e cercare di mantenergli le sue abitudini, sistemarlo in tondino con acqua e fieno, bello, sudato, stanco, ma con l'aria di uno che si è divertito un mondo.
Andare a mangiare tranquillamente, senza l'ansia che non stia bene, bersi in bicchiere di vino, chiacchierare con gli altri del giro, pranzare con Claudio vicino, mangiare come ci si aspetta dai cavallari: tanto e bene e poi scendere, recuperare il cavallo, ricaricarlo in trailer e portarlo a casa sua.

Al di là dell'uscita in se mi sto rendendo conto che la parte che ho davvero amato è stata il contorno, il fatto di caricare il mio cavallo al mattino e non trovarmi in un posto estraneo a montare un cavallo estraneo. Avere le sue cose dietro, vestirlo, montarlo, metterlo via, tutti i nostri gesti. E' come aver fatto questa esperienza con un amico che conosci bene, che si ha fatto un po' il matto, ma te lo aspettavi e va bene così.

Nessun commento:

Posta un commento